Cos’è WOMAN IN SICILY
“A chi la vive ogni giorno,
A chi la porta ovunque …ma nel cuore,
A chi per lei ha dato la vita,
A chi per lei è stata vita.
A tutte quelle in giro per il mondo,
A quelle senza ritorno.
A chi ha apprezzato il peggio dopo aver amato il meglio!
A tutte quelle senza memoria e a chi non dimentica la sua storia.
Alle generazioni dei granai, a quelle dentro i sai. A quelle arrivate da chissà dove a quelle semplici come le onde! Alle bambine lungo le rive, alle donne in cima alle Madonie. A quelle forti come la pietra lavica a quelle scoppiettanti come lapilli. A quelle inebrianti come le zagare e a quelle inarrestabili come le ginestre. A chi l’ha vissuta ieri, a chi la racconta oggi…
Ma soprattutto a chi la vivrà domani..!”
Questa è Donna in Sicilia
Con Affetto,
Vanessa
Se dovessi spiegare come nasce nella mia testa l’idea di Woman in Sicily penserei ad una pozione magica..
Tranquilli nessuna macabra fantasia culinaria. Non leggo tarocchi, non canto sotto la luna e non ho nessun gatto ma nonostante io non sia brava in cucina (anzi) sono sicura di aver capito in questi anni che le cose uniche, non sono che il frutto di vari tentativi, strati di errori e un mix di ingredienti.
(Un po’ come la parmigiana siciliana se l’idea della pozione non vi garba)
Il mio progetto non è una start up scritta su un business plan è più come la pozione magica: un barattolo contenente: voglia di fare, creatività, studio e perché no, coraggio. Nonostante anni in cui sapessi cosa volessi fare, la paura di non buttare nel gran pentolone della vita la mia unica posizione mi ha spinto a tenerla fra le mani. La guardavo, la osservavo, la capovolgevo e a volte credo di averne sentito a volte perfino l’inebriante profumo. Cannella? Lavanda? Zagare?
Per qualche anno, alcuni giorni, ho tenuto il vasetto con la pozione stretto a me, con la paura che qualcuno potesse farne troppo uso, altri giorni provavo a togliere il tappo e lo davo a chi mi era vicino, solo per renderlo partecipe. Senti? che bel profumo!
Questa pozione era un po’ come l’arte di cucinare: un mix di convivialità e amore, ma se c’è una cosa che ho imparato è che non importa il risultato finale quanto il processo, la preparazione, gli ingredienti, i dosaggi. Quello che fa una pozione dalla pozione efficace e giusta per te, non è tanto tutto questo ma
il CREDERE che quella posizione sia la cura.
Woman è questo per me. E’ la mia posizione magica. Il mio credere in qualcosa a dispetto di tutto e credere nella magia della Sicilia.
Spero di essere qui, una piccola Trillly che vi porta tra le bellezze di un’isola che c’è: la Sicilia.
Perché ho scelto come logo un Cappello?
Ho scelto un cappello come simbolo di Woman in Sicily perché racconta una storia: la tua, la mia, la vostra e quelle di tutte le donne. In ogni epoca, infatti, il cappello è stato sempre un capo importante. Pensate un attimo cosa accomuna l’intramontabile regina Elisabetta con la Regina di tutte le donne:
la strega. Sì, proprio un cappello.
Durante il medioevo veniva indossato un tipo di copricapo a forma di cono, ovvero l’hennis. Questo si presume sia l’antenato del famoso cappello a punta delle streghe. Non a caso, infatti, il medioevo viene ricordato come un periodo grigio nella storia delle donne. Sottomesse, stizzite, denigrate, giudicate e messe al rogo, solo per il semplice fatto di essere nate donne.
Ma cosa c’entra questo con un cappello?
Si narra che sia stata la chiesa a “stigmatizzare” il famoso cappello a punta dato che la forma ricordava quelle delle corna e quindi lontano dal Celeste. Proprio per questo durante l’inquisizione le donne che venivano accusate di stregoneria dovevano indossare obbligatoriamente un cappello, come simbolo di stregoneria, di condanna, di giudizio. Condanna per essere streghe, diverse e “ribelli”. La ma storia ci insegna che queste erano semplicemente donne. A volte, avevano delle “energie particolari” erano guaritrici, levatrici, ma spesso erano semplicemente donne che non sottostavano ad un sistema che le voleva uguali, sottomesse e zitte. Venivano messe al rogo perché erano sapienti, curiose e diverse.
Il cappello, quindi, acquisì nel corso del tempo il simbolo di stregoneria ma la sua origine primordiale è diversa. Si deve infatti agli egizi il suo ingegno, creato per coprire semplicemente il capo. Poi il suo utilizzo arrivò nell’antica Grecia, in Asia ed infine in Europa. Ben presto però divenne, non un semplice accessorio utilizzato per bellezza o funzionalità, ma divenne uno status simbol segni d’eleganza, reggenza e appartenenza. La Regina Elisabetta ad esempio ne ha fatto un must, indossandone di ogni forma e colore.
Così mi piace pensare che questo famoso oggetto a punta (e in generale ogni cappello) sia in realtà il filo che conduce ogni donna al mondo con la sua antenata e con tutte le altre donne, presenti e future. Perché se è vero che esiste l’attualità, la cronica e la lotta odierna per l’affermazione del ruolo della donna nella società è anche vero che esiste un prima e un dopo, e la storia delle donne lo insegna. Abbiamo questo mondo perché altre prima di noi hanno iniziato qualcosa… ora tocca ad ognuna di noi continuare.
Inoltre, c’è una cosa che mi piace particolarmente del cappello: bisogna indossarlo sulla testa e questa deve essere sempre alta. Perché tu Donna esisti.
Solo per ricordarci e ricordare al mondo che non siamo più nel Medioevo e quel cappello può assumere tutto il valore e il significato che ognuno di noi le dà. Possiamo essere qualsiasi Donna vogliamo essere e bisogna tenerlo presente sempre “come il peso di un cappello” perché ancora si finisce al rogo solo per il semplice fatto di essere donna…
Questo blog non è femminista. Non ha schemi politici o religiosi. Non è contro agli uomini. Ma nasce perché si crede che ci sia ancora poca alleanza fra donne. Per cui è un blog di donne per le donne, solo per dire: Benvenuta a casa!